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Simulare: fingere mentendo.

Aggiornamento: 21 mar 2021



Acquistare un qualsiasi software di ricostruzione degli incidenti stradali sperando di ottenere così uno strumento capace di sopperire alle proprie lacune cognitive, è mera illusione.

Credere che l’aver conseguito una qualsiasi laurea e che l’ausilio dei soli specifici manuali e tutorial sia sufficiente per padroneggiare queste applicazioni informatiche, è mera illusione.

Ancor peggio per chi la laurea neppure l’ha vista da lontano, credere che basti seguire una formazione mirata all’uso di uno di questi software per dirsi tecnici ricostruttori di incidenti stradali, è mera illusione.

Anche per chi è sperimentato esperto d’estimo dei danni, credere che basti acquistare un buon software di ricostruzione per divenire un buon ricostruttore, è mera illusione.


Non è invece affatto mera illusione il fatto che chi conosce veramente la materia, da questi software può esserne arricchito prima nell’analisi e poi nella ricostruzione. Tuttavia, anche a questi già specialisti della ricostruzione, nulla è regalato insieme al kit acquistato: tutto nel seguito dipenderà unicamente dall’impegno personale con cui sapranno addentrarsi nella concettualità degli algoritmi di quei calcoli, nella struttura risolutiva di quel dato software, nelle particolarità procedurali dei suoi moduli, conoscenze queste che non si apprendono in poche ore di formazione, bensì solo aggiungendo alla stessa tante ore di uso critico del programma scientifico congiuntamente alla sua applicazione in tante pratiche peritali.

Il titolare di studio che delega a suoi collaboratori queste analisi senza prima essere lui stesso “lider” nel padroneggiare magistralmente tali software, non ha capito nulla: farebbe solo cosa giusta a mandare davanti al giudice, per loro propria competenza, i suoi subordinati a cui, in questo caso, dovrebbe pure delegare la firma peritale dello studio.


I buoni software di ricostruzione propongono già solo per il calcolo della collisione molteplici procedure e ciascuna con il proprio algoritmo. Penso al classico calcolo a ritroso, al calcolo in avanti, al calcolo in automatico, al calcolo in base a deformazioni e resistenza strutturale dei veicoli, al calcolo dell’EES e quello della collisione contro ostacolo fisso (muro, ecc.). La scelta della procedura più idonea al caso, non è mai automatica: questa compete sempre e solo all’operatore che di conseguenza ne è responsabile anche per il risultato.

È possibile operare tale scelta con vera cognizione di causa non conoscendo in dettaglio e concettualmente il relativo algoritmo e di questo la procedura e i parametri necessari, ovvero le variabili di calcolo e quelle di default nonché i valori di controllo?

Assolutamente no: infatti, meno sono i valori di controllo e maggiore è il numero di incognite e di valori di default, minore è l’attendibilità del calcolo scelto. È proprio in base a queste considerazioni che il Prof. Mag. Werner Gratzer dice che il calcolo a ritroso è “ricostruzione” mentre il calcolo in avanti è “simulazione”.

Così, quando in tribunale sento vantare che la ricostruzione presentata è indiscutibilmente attendibile in quanto ottenuta tramite simulazione, non posso fare a meno di ricordare che simulare significa fingere mentendo.

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