IL TIROCINIO PROFESSIONALE in SVIZZERA
- Ing. Mauro Balestra
- 25 ago
- Tempo di lettura: 3 min
Il sistema svizzero dello studio da anni ci è invidiato dal mondo intero. Una delle sue particolarità di maggior pregio è offrire a chiunque la possibilità di passare sempre al livello di studio di un grado superiore. Io stesso ne ho fatto l’esperienza.
In 20 anni, dall’apprendistato di Meccanico d’automobili sono giunto fino ad essere Ingegnere in tecnica dell’automobile di 1. Livello (REG A - Qualifica corrispondente al grado ETHZ/EPFL, ovvero della Scuola politecnica federale):
1962-1966 Tirocinio di meccanico d’automobili presso la Mercedes di Lugano;
1969-1971 Scuola d’ingegnera in tecnica dell’automobile a Biel/Bienne
1971 Diploma di Ingegnere in tecnica dell’automobile (REG B);
1986 Esame di integrazione al REG A (Nr. 10/40108)
In Svizzera, questo sistema funziona in quanto per tutte le scuole è chiaro il livello necessario per entrarvi. L’accesso è solo possibile per merito: ricordo molto bene l’esame d’ammissione alla scuola d’ingegneria di Biel/Bienne dove l’insegnamento era bilingue (tedesco/francese): anche l’esame di ammissione era solo possibile in una di queste due lingue. Su 55 presenti all’esame, quell’anno siamo stati ammessi solo in 17.
Oggi, dove le professioni artigianali pur andando scomparendo diventano tanto indispensabili quanto ricercate, trovo interessante documentare e ricordare la serietà dell’apprendistato di allora che, in Svizzera, mantiene tutt’ora la stessa forma, ovviamente adattata alle necessità odierne specifiche di ogni settore.
Gli attori dell’apprendistato sono comunque sempre quattro:
- il tirocinante;
- la famiglia del tirocinante;
- il datore di lavoro e il maestro di tirocinio;
- la scuola e l’ispettore di tirocinio.
Allo scopo e per l’intera durata del tirocinio, ognuno si assume il proprio ruolo mirato alla migliore formazione possibile del tirocinante. Nel mio caso quattro anni interi con 8,5 ore di lavoro giornaliero, sabato mattino compreso, per una massimo di 48 ore settimanali; alla scuola professionale erano riservate da 1 a 1,5 giornate settimanali, obbligatorie, il resto avveniva in officina. Malgrado quel ritmo di lavoro, allora assolutamente normale, in quei quattro anni trovai anche il tempo per :
seguire l’autoscuola e ottenere la patente per l’auto prima e per l’autocarro pesante alcuni mesi dopo;
seguire una scuola serale di tedesco;
seguire lezioni private di matematica in preparazione agli esami di ammissione alla scuola di ingegneria;
essere tesserato in una squadra di calcio giovanile (allenamenti serali, partite domenicali);
praticare il canottaggio e la vela.
Sono stati anni intensi in cui ho imparato tantissimo: lavoravo spesso sulla 300 SL, nota come la Mercedes “Ali di gabbiano”; carburatori e iniezione meccanica diretta e indiretta erano all’ordine del giorno. Ricordo ancora benissimo la prima volta che revisionammo il primo cambio automatico Mercedes, il Capo officina ed io soli, la sera dopo l’orario di lavoro per non essere disturbati.
Per me, la gavetta fatta in officina e passata solo inizialmente a pulire pezzi e ad ingrassare autovetture, è sicuramente stata la migliore scuola su cui costruire quanto ho poi fatto in seguito. Sebbene io ci abbia messo molto del mio, non posso dimenticare il mio datore di lavoro (Nino Descagni), il mio Maestro di tirocinio (Roland Zaghetto, già meccanico personale di Rudolf Caracciola) e il Maestro dei meccanici auto e ispettore di tirocinio (Giovanni Berta). A loro devo moltissimo. Oggi raramente mi sporco ancora le mani come allora, ma quanto ho imparato allora non mi ha più abbandonato.
Vorrei che si capisse quanto decisivo possa essere il tirocinio professionale: è una cosa seria ed impegnativa ma che non solo ti apre le porte ad una professione artigianale, ti prepara alla vita. Nel mio caso, non certo unico, è stato il trampolino di lancio verso la vita professionale dell’ingegneria, fino al suo massimo livello. Oltre alla volontà e all'impegno del tirocinante, richiede altrettanta dedizione da parte di coloro che ne curano la formazione sia scolastica che pratica … e di quest’ultima ce ne vuole veramente tanta.
Pochi mesi per imparare veramente un mestiere farebbero ridere: quattro anni per diventare meccanico ne sono la prova.

Il Contatto di tirocinio e l’Attestato di capacità possono dare un’idea della serietà di questo modo di entrare nel mondo del lavoro: i miei sono allegati in PDF scaricabile fra i documenti di “Research & Papers” di questo sito.



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