top of page

7 – Lo spazio nella cinematica

Ing. Mauro Balestra

Ogni incidente si produce nell’ultimo istante in cui poteva ancora essere evitato: questo mio assioma è il filo rosso di quanto insegno nei Corsi di perfezionamento in Psicologia del traffico che da una decina di anni si tengono all’Università Cattolica del S.C. di Milano. Parimenti l'assioma rappresenta la mia filosofia d’approccio ad ogni analisi di incidentologia stradale.

Ciò premesso, ritengo utile chiarire che per cinematica intendo sempre e solo l’analisi del movimento di un veicolo nello spazio planimetrico. Ne consegue che i parametri utili al calcolo cinematico sono spazio, tempo, velocità, accelerazione e decelerazione.

Pertanto, parlando di movimento nello spazio e in quello planimetrico in particolare, l’elemento probatorio fondamentale di ogni ricostruzione cinematica rimane il piano di situazione. Distinguo sempre fra schizzo di polizia inteso quale brogliaccio dei rilievi eseguiti in loco ed il piano di situazione, ovvero la planimetria in scala in cui viene riprodotto quanto constatato in loco (posizione di stasi di veicoli e vittime, tracce, frammenti, segnaletica e quant’altro). La semplice foto satellitare senza il riporto in essa di tutti questi elementi non è quello che si deve intendere per piano di situazione e che necessita al lavoro dell'analista ricostruttore.

Con riferimento al luogo del sinistro, l'elaborato peritale in esame cita la norma UNI 11472, norma nata già obsoleta e comunque ininfluente ai fini ricostruttivi, mentre tralascia totalmente un elemento importantissimo: la descrizione dell’intera segnaletica verticale e orizzontale presente, omessa tanto nel piano planimetrico quanto nell'analisi descrittiva del luogo del sinistro. In incidentologia stradale omettere questa informazione decisiva ai fini del giudizio è grave. Infatti, è proprio la segnaletica a indicare all’utente della strada precisi comportamenti da attuare e a fornirgli debite informazioni (C.d.Str. italiano, Regolamento, art. 77 comma 2 e art. 79 comma 1).

Nello specifico, si deve leggere l’intero elaborato peritale per desumere l’esistenza di un semaforo spento e non meglio specificati “segnali preselettivi” … quali?

Si parla anche in modo assolutamente generico di mancata concessione della precedenza (… senza dare precedenza): in base a quale regola o a quale segnaletica stradale specifica?

Solo alla fine dell’elaborato (pag. 11/17), da un grafico emerge che Rosso (Fiat) sarebbe stato tenuto a rispettare uno STOP. Quindi per il caso in esame non si tratterebbe affatto di un semplice Dare di precedenza (C.d.Str. - Regolamento, Fig. II 36 art. 106) bensì di un Fermarsi e dare precedenza (C.d.Str. - Regolamento, Fig. II 37 art. 107), cosa non certo ininfluente ai fini del Giudizio dato che quest’ultimo segnale di precedenza peritalmente richiede anzitutto prima la prova dell’arresto totale del veicolo e solo in seguito quella della concessione della precedenza al traffico prioritario.

Parlando peritalmente di spazio cosa possiamo dedurre dalle immagini prodotte ed utili alla ricostruzione del sinistro in esame?

È di primaria importanza porre molta attenzione ai rilievi effettuati e a tutta la documentazione planimetrica necessaria alla ricostruzione cinematica del caso. Infatti, questa contiene differenti parametri spaziali fondamentali per il calcolo: prenderne fin dall’inizio completa conoscenza permette di familiarizzare con lo scenario del sinistro e, nel contempo, anche di capire quale fu l’attenzione e la completezza documentale di chi ti ha peritalmente preceduto.

Nello specifico, la carente attenzione data al rilievo circa la segnaletica orizzontale, marcata o smunta che fosse, non permette di individuare con precisione quale doveva essere, per Rosso, l’esatta posizione di arresto allo STOP.

Di conseguenza, nelle quote di verifica l’avanzamento di Rosso inizialmente viene considerato tanto rispetto a quello che sembra essere il ciglio carreggiata (bordo marciapiedi) quanto a quello che sembra invece essere il posizionamento della striscia trasversale di arresto (C.d.Str. – Regolamento Fig. II 432/b Art. 144): dallo STOP all’urto Rosso avrebbe pertanto percorso da 5,15 a 5,90 metri circa.

È evidente che detta posizione d’arresto allo STOP sarà decisiva nella ricostruzione cinematica della fase ante urto per entrambi i veicoli, condizionando le loro precedenti posizioni temporali ed i rispettivi campi di visuale, specie quello relativo all’ultimo istante in cui l’incidente poteva ancora essere evitato.

Pertanto, ogni imprecisione o negligenza nell’indicare planimetricamente in perizia la segnaletica presente in loco costituisce un vulnus peritale inaccettabile. Questo è quanto si riscontra anche nel caso in esame dove detto percorso viene assunto in m 6,50 (pag. 10/17). In tal modo, peritalmente si indietreggia arbitrariamente il frontale della FIAT ferma allo STOP addirittura prima della linea di confine, quella che separa il marciapiede dai muri di recinzione.


Pertanto quando non si dispone di un rilievo (piano di situazione) in scala, chiaro e completo, prima di passare ad ogni altro atto di analisi del sinistro sarebbe peritalmente d’obbligo elaborarlo.

Nello specifico, questo vulnus altera in modo grave l’analisi e le considerazioni circa il campo di visuale a disposizione del Conducente FIAT, elemento questo assolutamente fondamentale ai fini del Giudizio.

110 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
LA GUIDA AUTONOMA

LA GUIDA AUTONOMA

Comments


bottom of page