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13 – Manovra di Rosso (Fiat)

Aggiornamento: 6 feb 2023

Definita in 27 km/h la velocità di Rosso all’impatto, la prima domanda da porsi è quella a sapere se la Fiat si sia realmente fermata allo STOP (Fermarsi e dare precedenza – Allegati al Regolamento, Fig. II 37, art. 107) che indica l’obbligo di fermarsi in corrispondenza della striscia trasversale di arresto e dare la precedenza prima di inoltrarsi nell’area dell’intersezione.

Analisi della manovra di immissione


Partendo da ferma, la Fiat avrebbe percorso, secondo l’Esempio di relazione, metri 5,15 mentre secondo questa ricostruzione solo metri 4,50.

Questo comporterebbe che per effettuare tale manovra di immissione la Fiat avrebbe dovuto essere in grado di sviluppare un’accelerazione di ben 5,5÷6,3 m/s2, cosa assolutamente impossibile per questo genere di veicolo.

Con certezza assoluta ne consegue che Rosso non si è affatto fermato allo STOP: vi è transitato come se il semaforo fosse stato verde.

Ciò chiarito, a questo punto la controperizia potrebbe già concludersi qui, dato che quanto volevano farci credere gli Autori dell’Esempio di relazione era che la Fiat sarebbe partita da ferma dallo STOP e che, da tale posizione d’arresto, il suo Conducente non potesse scorgere l’arrivo della Hyundai, prioritaria.


Sebbene irreale (partenza da fermo) la tempistica di una simile ipotesi di manovra è comunque già interessante.

1,2÷1,4 secondi soltanto: giusto il tempo di reagire, ma non quello di mettere in atto una qualsiasi manovra di evitamento o di arresto, solo il tempo di mettere il piede sul freno ma praticamente senza il tempo per azionarlo efficacemente.


Nella realtà (nessun arresto allo STOP), essendo noti la velocità alla collisione (27 km/h) e lo spazio percorso dalla striscia trasversale di arresto fino all’impatto (4,50 m), il ragionamento può e deve andare oltre.

Esclusa la partenza da fermo, entro quali limiti temporali si è svolta la manovra di Rosso (Fiat)?

Volendo escludere che l’immissione di Rosso sia iniziata con velocità superiore a quella avuta all’impatto i cui tempi sarebbero allora veramente minimi, all’analisi rimangono due ipotesi da considerare:

- lo spazio di 4,50 m viene percorso a velocità costante (27 km/h);

- lo spazio di 4,50 m viene percorso con velocità iniziale calcolabile per una velocità finale all’impatto di 27 km/h ed una “buona” accelerazione di 2,1 m/s2.

I tempi di manovra di Rosso, dalla striscia trasversale di arresto all’impatto sono compresi fra 0,60 e 0,66 secondi, ovvero neppure il tempo di una normale reazione.

Nel caso che la Fiat fosse stata in accelerazione, la sua velocità al superamento della striscia d’arresto sarebbe stata di ca. 22 km/h.

Qualora la Fiat fosse invece partita da ferma – ipotesi irreale - con una “buona” accelerazione di 2,1 m/s2 avrebbe raggiunto la velocità 27 km/h dopo aver percorso la distanza di 13,4 metri circa, ovvero solo dopo aver attraversato l’intera intersezione.


Questa breve analisi mostra quanto sia possibile dire in cifre sulla semplice manovra di immissione di Fiat, veicolo che con ogni certezza non si è arrestato allo STOP.

Ora, note le velocità all’impatto di entrambi i veicoli e in mancanza di elementi che possano indicare una frenata ante collisione, la ricostruzione della cinematica che ha condotto all'urto - ogni incidente si genera nell’ultimo istante in cui poteva ancora essere evitato - nello specifico sarà di soluzione relativamente facile. Ne parleremo nel prossimo articolo.

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