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Cinematica di svolta

Ing. Mauro Balestra

Aggiornamento: 21 mar 2021


In due precedenti articoli avevo analizzato in primis la Geometria di svolta per poter definire l’esatta traiettoria che detta manovra implicava e, in seconda battuta, dal profilo della Percezione dello spostamento laterale quale fosse la situazione minima capace di generare la percezione del pericolo da parte dei conducenti prioritari provenienti in senso inverso.

A questo punto avevamo definito la manovra di svolta a sinistra solo nella sua geometria spaziale: manca quindi ancora tutta la vera analisi cinematica, ovvero quella capace di definire azioni, velocità e tempi nello spazio planimetrico durante l’intero svolgimento della manovra.

Nello specifico sappiamo che quell’autovettura per affrontare la svolta a sinistra non si è fermata bensì ha solo rallentato e che poi, alla percezione del pericolo causato a chi proveniva in senso inverso, ha frenato arrestandosi ostruendo l’intera corsia di contromano.

Ricostruire un simile sinistro, all’apparenza sicuramente non complesso, significa calcolare in ogni istante temporale dell'intero processo velocità, decelerazione longitudinale, raggio momentaneo di curva e conseguente accelerazione laterale nonché ovviamente indicare, per ogni fase così definita, quale sia la rispettiva azione del conducente (percezione, reazione, frenata, ecc.).


Dato che qui il momento chiave è dato da quei 0,60 m di spostamento del frontale, ovvero dall’istante in cui l’invasione della corsia di contromano era di soli 0,35 m circa, i quesiti a cui deve saper rispondere il tecnico ricostruttore sono quanto mai semplici.

A ritroso dalla posizione di stasi acquisita, riferendosi al punto di inizio dello spostamento laterale considerato (0,60 m):

a) Quanti metri mancano alla stasi, in quanti secondi vengono percorsi?

b) Quale è la velocità momentanea del veicolo e la sua eventuale decelerazione?

c) Quale è il raggio momentaneo di curva e quale la conseguente accelerazione laterale?


A ritroso dalla posizione di stasi acquisita, riferendosi al punto di inizio della manovra di svolta a sinistra:

d) Quanti metri mancano alla stasi, in quanti secondi vengono percorsi?

e) Quale è la velocità momentanea del veicolo e la sua eventuale decelerazione?

f) Quale è il raggio momentaneo di curva e quale la conseguente accelerazione laterale?


Tutte queste risposte, nello specifico ed in base alla mia analisi cinematica, sono riportate sinteticamente nell’immagine di questo articolo.


Questa trilogia di articoli sulla sola e semplicissima manovra di svolta a sinistra vuole illustrare cosa si intende oggi per analisi cinematica. Mentre per i nostri Committenti (Magistratura, Avvocatura, ecc.) questo esempio documenta cosa debbano realmente aspettarsi ed esigere dalla nostra opera peritale, per i Colleghi che insegnano questa materia questo dovrebbe entrare fra i tanti quesiti di esame, dato che non ho ancora trovato uno solo dei nostri blasonati manuali di ricostruzione che ne parli. Per la verità, neppure nella mia lunga attività forense malgrado questa tipologia di sinistro sia tutt’altra che rara, non mi sono ancora mai imbattuto in una sola consulenza tecnica che presenti una simile analisi.

L’ottimismo generale potrebbe spingere a credere che quasi tutti gli incidenti generati dalla manovra di svolta a sinistra peritalmente siano sempre stati analizzati in questo modo (definizione della traiettoria, calcolo dello spostamento laterale e analisi cinematica conseguente) e giudicati di conseguenza. L’esperienza mi insegna invece che purtroppo le cose non stanno così: scrivendone mi illudo che qualcosa possa cambiare in meglio.


 
 
 

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